presbiopia
la Presbiopia è un disturbo visivo caratterizzato dalla difficoltà di vedere nitidamente gli oggetti vicini; questa condizione è considerata fisiologica poiché legata all'età; i primi sintomi insorgono di norma tra i 40 e i 45 anni e dipende dalla diminuzione dell’elasticità del cristallino, con conseguente riduzione della messa a fuoco.
1 Etimologia della parola
Il nome presbiopia deriva dal greco presbys che significa vecchio e opia che indica occhio ed è tradotto con l’espressione “vista da anziano”.
La presbiopia è un fenomeno ineluttabile che coinvolge allo stesso modo uomini e donne, portatori d’occhiali e non utilizzatori.
2 Come funziona l’occhio presbite?
I disagi della presbiopia sono vissuti in genere come uno stato transitorio di affaticamento, stanchezza. In realtà qualcosa sta modificandosi: l'accomodazione, funzione specifica del sistema oculare, deputata all’attività del muscolo ciliare e del cristallino, evidenzia variazioni.
Per mettere nitidamente a fuoco alle varie distanze d’osservazione, è necessario accomodare: più si avvicina un oggetto e maggiore è la quantità di messa a fuoco richiesta, per una visione precisa. Nell’età della presbiopia l’occhio perde tale capacità, a causa di variazioni anatomiche considerate fisiologiche, e ciò comporta l'incapacità di focalizzare a distanza ravvicinata e intermedia; il presbite lamenta disagio nella lettura, nei lavori manuali (pittura, modellismo, ricamo, …), ma è in grado di leggere i segnali stradali, di vedere film, …
3 Che cosa significa essere presbite?
Statisticamente dopo i quarant’anni, ma questo dato non è comune a tutte le razze umane, la capacità di mettere a fuoco si riduce, provocando disagio nell’osservazione di piccoli particolari. Solitamente, sono i soggetti che svolgono un’impegnativa attività visiva da vicino ad accorgersi precocemente di questo cambiamento; i primi sintomi si presentano quando si è molto stanchi, verso sera.
Per ridurre lo sforzo si ricerca una posizione per la lettura sempre più distante, da qui il tentativo di allontanare il giornale allungando le braccia, fin dove si può; oppure si ricercano caratteri di scrittura più grandi o si aumenta l’intensità dell’illuminazione.
Il problema della presbiopia si manifesta da prima nei soggetti ipermetropi non corretti, come difficoltà a compensare contemporaneamente la doppia condizione, e poi negli emmetropi. Nei miopi si mostra più tardi, è inizialmente “nascosta” dalla particolarità propria di questo difetto: la necessità accomodativa è parzialmente o interamente sostituita dal grado miopico.
4 Da cosa è causata la presbiopia e come si classifica?
Negli individui giovani il cristallino è elastico, cambia facilmente forma secondo la distanza messa a fuoco. Negli anni avviene un graduale indurimento della struttura ed il cristallino perde la propria elasticità; il risultato di ciò è la progressiva riduzione delle capacità accomodative.
La presbiopia può essere classificata in relazione all’età d’insorgenza, o all’entità della sua manifestazione, in tre gruppi:
il “Giovane presbite”, d’età compresa tra 40 e 50 anni, manifesta i primi sintomi di visione difficoltosa nella lettura e nell’osservazione di particolari, durante un impegno prolungato; fa un uso flessibile della correzione perché è ancora in grado di leggere senza occhiali in condizioni di forte luminosità, ad esempio sotto una lampada o alla luce solare, in spiaggia.
Il “Presbite Consolidato”, d’età compresa tra 50 e 60 anni, presenta la costante necessità di una correzione da vicino in tutte le attività, per avere una nitida visione; il soggetto sarà costretto a cambiare spesso le lenti fino ad una certa stabilità del problema visivo.
Il “Presbite Anziano”, d’età superiore a 60 anni, ha l’impossibilità di vedere nitido se non con l’uso stabile della correzione.